Chi ha scelto di spendere la propria vita in terra di missione

Antonio Baccarelli

Parto volontario per il Mozambico
È da anni che porto nel mio cuore il desiderio di partire che mi ha portato ad un cammino di ricerca non solo spirituale, ma anche geografica. Ho avuto la possibilità di avvicinare gli indios della foresta amazzonica equadoregna, i Brasiliani del nord-est ed infine i Makonde del nord del Mozambico. Incontri e scontri interiori che mi hanno dato la possibilità di verificare, far conoscere e rendere concreto un progetto di volontariato a lungo termine. La mutata situazione socio politica in Mozambico e le reiterate pressioni da parte mia, hanno convinto il Segretariato delle Missioni a sostenermi. Il Progetto ha cominciato a concretizzarsi, ma al contempo, anche le difficoltà da superare: tecniche e personali, la famiglia, il lavoro,le relazioni.(…) Espleterò la mia professione di odontotecnico, cosa che mi è stata anche richiesta dalla popolazione Makonde nel mio precedente viaggio. Non è mia intenzione però, limitarmi a questo lavoro, che, anzi in principio escludevo. Chiedo a tutti di voler condividere questa esperienza, che non è quella di un pazzo visionario, ma quello di una comunità che crede negli stessi valori. Parto portando nel mio cuore anche coloro che non hanno condiviso la mia scelta, con la speranza che il Signore operi in loro, così come ha operato in me.

Perché andare
Qualcuno si chiederà quale sia il senso della presenza di un laico in una missione in cui operano già i Missionari. Per il popolo mozambicano, vissuto per secoli sotto il colonialismo dell’uomo bianco, il Missionario era spesso l’unico riferimento per chiedere giustizia e aiuto, perché considerato al di sopra delle parti. Io, bianco, identico a quelli che li avevano oppressi, ma con la volontà di porgere aiuto, aprirò forse la possibilità di cambiare la mentalità. Questa nuova luce sarebbe molto debole e perfino falsa se ad alimentarla ci fossi solo io. E’ quindi fondamentale il mio ruolo di ponte, di portavoce di una comunità che condivida questa scelta e questi ideali. Così la mia presenza tra la gente non avrà solo un ruolo tecnico, ma sarà soprattutto un messaggio di fratellanza. (…) Mi è stata spesso rivolta una domanda: “Perché lo fai? Tanto non cambierai niente!” In parte sono anche d’accordo, ma la questione va posta in altri termini. Noi cristiani non possiamo agire solo in situazioni semplici e chiare. E’ nostro dovere lottare per attuare ideali di pace e di giustizia. L’amore verso i fratelli, in qualsiasi modo si esprima, non può essere donato facendo dei calcoli. L’importante è non nascondersi dietro la scusa “tanto non cambierò niente”, altrimenti sprofonderemmo tutti nell’ingiustizia. (…)
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