Chi ha scelto di spendere la propria vita in terra di missione

Padre Benito De Caro

Mi chiamo P. Benito De Caro, sono un sacerdote cappuccino. Sono nato a Triggiano da Vito De Caro e Rita Gemmato, ultimo di sette fratelli, quattro femmine e tre maschi. Sono stato educato nella fede, abitavo accanto alla Chiesa Madre, facevo il chierichetto e frequentavo l’azione cattolica.

La mia vocazione è stata prima missionaria e poi religiosa. In parrocchia veniva sempre un missionario salesiano che ci parlava della missione dei Salesiani tra i pellerossa d’America. Ero già pronto per andare nel seminario di Gaeta, quando una signora amica di famiglia mi parlò tanto dei Padri Cappuccini che avevano il convento a Triggiano, io non li conoscevo.

Mia madre mi portò nel seminario di Barletta, poi sono stato in quelli di Triggiano e di Giovinazzo, ad Alessano ho fatto il noviziato, a Scorrano il liceo filosofico, a Bari S. Fara la teologia.

Sono stato ordinato sacerdote il 3 aprile 1965.

Per due anni fui cappellano delle carceri di Bari, due anni vice parroco ed economo nella Parrocchia S. Lorenzo a Taranto, due anni e mezzo nel convento di Montescaglioso dove ho lavorato molto nell’organizzare i gruppi giovanili.

Il 18 novembre 1970 sono partito, insieme a P. Francesco Monticchio e a P. Camillo Campanella, per Lisbona per imparare il portoghese; dopo 8 mesi siamo partiti per il Mozambico.

Dopo una breve visita alle varie missioni, fui inviato a Murraça per imparare la lingua Sena parlata a Morrumbala e a Chire, mie missioni di destinazione.

A Morrumbala ebbi l’incarico di dedicarmi alla educazione e formazione de i ragazzi interni che frequentavano la scuola media. Mi dedicai a questo incarico con molta attenzione, portai ordine e disciplina. I ragazzi erano circa 200 e pensai di organizzarli come in una piccola città dei ragazzi. Scoprii che tra di loro mi chiamavano Padre Rigor. La scuola e l’internato cambiarono totalmente. Qualche anno fa a Maputo ho incontrato 16 di questi ragazzi: tutti ricoprono cariche governative anche ministri e vice ministri. “Quello che siamo ora, mi hanno detto,lo dobbiamo alla formazione ricevuta a Morrumbala .”

Nel 1977, a causa di una trombosi tropicale, fui trasferito all’Ospedale tropicale di Lisbona e poi a Bari.

Nel 1978 fui nominato vice Segretario Provinciale delle Missioni e nel 1979 Segretario Provinciale. Mi sono dedicato all’evangelizzazione nei nostri conventi e parrocchie e alla formazione dei laici collaboratori missionari. Due le mie direttive guida:dare piena fiducia e responsabilità ai collaboratori e garantire trasparenza nel sostegno ai missionari e alle missioni. Il mio motto è stato: Tutti per tutte le missioni, tutti per tutti i missionari.”

Per 33 anni, entro ottobre organizzavo il programma dell’animazione missionaria, stabilendo le giornate sempre nello stesso periodo in modo che ogni parrocchia sapesse quali sono i giorni dedicati ai missionari. Ogni anno organizzavo due convegni a Giovinazzo e a Scorrano su temi di evangelizzazione, arricchendoli con le testimonianze delle esperienze dei laici in missione. Queste testimonianze hanno arricchito tutto il gruppo e contribuito ad alimentare la crescita della stampa della rivista Missionari Nostri.

Dal 1992 i Cappuccini di Puglia hanno assunto anche la missione in Albania.

Dal 1986 sono tornato ogni anno in Mozambico per seguire il lavoro dei missionari e fare mie le loro preoccupazioni.

Per un decennio, durante la guerra civile, abbiamo lavorato all’invio di containers con tutto il materiale necessario, dal vitto agli strumenti di lavoro, al vestiario per i rifugiati e per le popolazioni che soffrivano fame, nudità, malattia. Abbiamo aiutato e sostenuto in tutto i missionari ed una grande quantità di progetti a favore delle popolazioni del Mozambico e dell’Albania.

Dopo 42 anni di lavoro e di dedizione alle Missioni, ho passato il testimone della guida del Segretariato, ma resto sempre disposto alla collaborazione e seguo da vicino le attività di OASI di cui mi onoro di essere tra i soci fondatori.

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